SIULM

Sindacato Unitario Lavoratori Militari

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QUANTO “COSTA” ESSERE MILITARI

Lettera aperta del Segretario Nazionale Interforze.

QUANTO “COSTA” ESSERE MILITARI

Qualche sera fa rimasi sconvolto da ciò che la Tv nazionale trasmetteva in prima serata. Le immagini ritraevano una baraccopoli nel sud Italia. Mentre ragionavo sulla vita che conducevano queste povere persone, un dignitoso ospite della struttura mostrava le condizioni penose in cui viveva e rivelava di guadagnare solo € 50 al giorno. Qualche minuto dopo, facendo zapping, mi sono soffermato a guardare il notiziario della sera. Il giornalista raccontava le vicende della Nave Caio Duilio. I nostri Militari avevano intercettato e abbattuto nel Mar Rosso, due droni appartenenti ai ribelli Houthi. L’attacco ai Militari è stato seguito da un comunicato stampa diffuso da un rappresentante degli Houthi che ha chiarito meglio la loro posizione. L’incaricato dichiarava che l'Italia era schierata con i paesi a loro ostili. Questo ha determinato l’inclusione di quest’ultima tra gli stati nemici degli Houthi.

Mentre consideravo queste notizie, pensavo che i nostri Militari, i valorosi marinai italiani, coloro che difendono gli interessi della nostra Nazione in Italia e all’estero percepiscono un’indennità forse inferiore a tante persone che accedono ai sussidi elargiti dallo Stato italiano.

Questa riflessione ha rattristato il mio animo. Pur non appartenendo alla Marina Militare, so bene i sacrifici che compiono tutti i Militari per servire la Patria lontano dai confini nazionali. Mi sono chiesto quanto fosse giusto se coloro che combattono per la nostra sicurezza, spesso in condizioni pericolose e avverse, guadagnino addirittura meno di chi vive in condizioni di disagio e che noi consideriamo delle persone "povere" e “sfortunate”. Lo so sembra assurdo, ma i Marinai della DUILIO, per svolgere un servizio impegnativo e pericoloso, percepiscono il Compenso Forfettario d’Impiego il cui corrispettivo è pari a poco più di € 3 l'ora.

Mentre ero assorto in questi pensieri, un altro dubbio si è insinuato nella mia mente. Riflettevo sul fatto che il Governo in carica, la scorsa settimana abbia convocato solo i sindacati delle Forze di Polizia (FF. PP.) per discutere le novità da introdurre nel prossimo contratto. Nonostante le norme equiparino gli appartenenti alle Forza Armate (FF. AA.) a coloro che appartengono alle FF.PP., ancora una volta le esigenze dei Militari siano state ignorate. Tra le tante disparità, mi è venuta in mente la sperequazione di trattamento relativa al riconoscimento dei 6 scatti contributivi validi ai fini stipendiali e del Trattamento di Fine Servizio. Essi sono concessi ai Militari appartenenti alle FF. PP. e non ai Militari della FF. AA. , e poi, e poi, e poi, tante altre!!.....Ma alla fine che motivazioni deve avere un cittadino italiano per fare il Militare in Italia? Sarà forse questa la causa per la quale ci siano pochissime domande di arruolamento?

La risposta che mi sono dato è: “Forse, realmente non conviene mettersi le stellette sul collo. Per noi uomini in armi, con qualche ruga in più, l’uniforme è uno stile di vita. La divisa, cari governanti, noi la indossiamo con onore, la vestiamo ogni giorno perché è ormai divenuta la nostra seconda pelle. Ma le nuove generazioni?!?!?!?!?”

IL SEGRETARIO GENERALE INTERFORZE DEL SiULM

Dott. Luigi TESONE