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ACCORDO REGIONALE TRENITALIA S.P.A. E FORZE DELL’ORDINE PER INCREMENTARE LA SICUREZZA A BORDO DEI TRENI REGIONALI

Il Siulm Carabinieri comunica che, ha scritto allo Spett.le Comando Generale dei Carabinieri affinché si faccia promotore per eliminare delle criticità riscontrate riguardo l’accordo di cui in oggetto.

L'ACCORDO si pone come obiettivo principale quello dell’incremento della sicurezza personale e patrimoniale sia dei viaggiatori che del personale di scorta a bordo dei treni regionali in Veneto. Quindi, si consentirebbe a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine sopra menzionate, esclusivamente nell’ambito del territorio veneto (definendo con precisione le stazioni ferroviarie che ne limiterebbero l’ambito di applicazione), di fruire gratuitamente dei servizi ferroviari di seconda classe.

Le criticità sono: l’incongruenza che emerge dalla lettura del testo del predetto accordo, ovvero il primo elemento discutibile, è dato dalle modalità di ammissione al treno, dove si dice che gli operatori delle FF.PP. dovranno attestarsi al treno utilizzando l’apposita APP “Board Support”………., app per la cui installazione si usano termini come “profilazione”, registrazione ed accreditamento, assicurando che il tutto avverrà in forma anonima; precisando, però, che per effettuare tale operazione di registrazione si dovrà utilizzare la e-mail d’istituto o in alternativa la e-mail con dominio “gmail.com” oppure l’utenza mobile in uso all’operatore. La registrazione informatica con tale applicazione dovrebbe servire al personale di bordo delle ferrovie per “smarcare” dal punto di vista contabile il viaggiatore delle Forze dell’Ordine ai fini della controlleria, di rilevare in tempo reale la presenza di appartenenti alle forze dell’ordine sul convoglio e, in caso di necessità, di formulare la richiesta di intervento tramite la suddetta app, o tramite l’interfono del treno, oppure per chiamata diretta. L’accordo specifica inoltre che, durante la controlleria, il personale accreditato tramite l’app DOVRA’ esibire il tesserino e comunicare le ultime tre cifre del proprio numero utilizzato per il login e specifica ancora che, nel caso in cui l’operatore delle FF.PP. non si sia registrato tramite tale procedura digitale o che non sia in grado di mostrare il tesserino, oppure che non sia in grado di fornire le ultime tre cifre del proprio numero sarà considerato sprovvisto di biglietto e regolarizzato. Continuando nella lettura si legge esplicitamente di “obbligo”, lett.: L’obbligo di utilizzo dell’App “Board Support”, da parte degli operatori delle FF.PP., è stato convenuto a partire dal 1° dicembre 2023 tempo ritenuto necessario per l’adeguamento/implementazione dei sistemi informatici da parte delle singole amministrazioni. Successivamente nell’accordo si illustrano, le modalità d’intervento a bordo da parte degli appartenenti alle Forze di Polizia. In sostanza, si dice che una volta effettuata la richiesta d’intervento da parte del personale delle ferrovie, l’operatore delle FF.PP. compatibilmente con il suo profilo di P.G. e di P.S., funzioni, qualifica e grado, valuterà caso per caso le modalità operative più adeguate, avendo cura di salvaguardare l’integrità personale propria, del personale delle ferrovie, nonché della sicurezza dei viaggiatori. Potrà, inoltre, nominare eventuali ausiliari di P.G. in base alle circostanze ed alle persone presenti. L’accordo, poi, indica, come numeri telefonici di riferimento quello della Polizia ferroviaria competente per territorio oppure quello in uso al personale ferroviario.

Questa sigla sindacale ha evidenziato inoltre i seguenti elementi, che sono le fonti delle suddette criticità:

  1. UTILIZZO OBBLIGATORIO DI UNA APP:

    Tale obbligatorietà genera diverse perplessità. Preliminarmente nessuno può essere obbligato, né come cittadino, né come operatore delle FF.PP. a possedere uno smartphone e conseguentemente a doversi abbonare ad internet. Se si devono usare tali strumenti per motivi di lavoro, essi diventano per l’appunto uno strumento di lavoro e quindi devono essere forniti con oneri a carico del medesimo datore di lavoro. In buona sostanza si è di fatto sempre e comunque perennemente in servizio tanto da trovarsi nelle condizioni di non poter più essere liberi di spegnere detto strumento, limitando di fatto l’interazione sociale diretta e di presenza. Senza considerare, infine, la riservatezza dei dati personali degli operatori delle forze dell’ordine, i quali si trovano inevitabilmente a non avere più alcuna tutela della propria privacy, nel momento in cui sono in viaggio di piacere o per motivi strettamente privati.

  2. OPERATIVITA’ E SICUREZZA:

Per quanto attiene le modalità operative e le condizioni di sicurezza, queste pongono svariati interrogativi e perplessità in quanto, secondo quanto prevederebbe il suddetto accordo, dal momento in cui l’operatore delle FF.PP. sale sul treno regionale. Ai fini di una migliore comprensione, ipotizziamo ad esempio un treno affollato, sul quale magari stanno viaggiando dei pericolosi criminali e l’operatore FF.PP., che si trova nei pressi, si dovesse trovare nell’obbligo di mostrare il tesserino e/o di comunicare parte o l’integrità dei propri dati personali al capo-treno; immaginiamo ancora che magari l’operatore sia impegnato in un’indagine delicata e che quel giorno per stretta necessità abbia dovuto prendere per forza quel treno; oppure, immaginiamo che l’operatore, libero dal servizio, non armato e non equipaggiato, stia viaggiando per motivi strettamente privati in compagnia di amici, conoscenti, parenti. Ebbene con quelle modalità di registrazione e di individuazione da parte del personale delle ferrovie è facile comprendere come non vi possa essere alcun criterio o margine di sicurezza neanche per mettersi in contatto con la più vicina Centrale Operativa ed indirizzare l’intervento o chiedere supporto. Inoltre, è facile comprendere che, se l’operatore viaggia con persone con le quali è legato da profondi sentimenti questo si trovi certamente condizionato dalla loro presenza e questo può seriamente compromettere la sicurezza sua, quella di chi gli sta vicino e degli altri da proteggere. Il tutto ovviamente comprometterebbe oltre la sicurezza, anche la genuinità e l’efficacia dell’azione che si dovesse intraprendere contro il turbatore della pubblica sicurezza o contro il malintenzionato, con risultati disastrosi. È ovvio invece che, se l’operatore delle FF.PP. è in borghese, e la sua professione non è nota agli altri presenti, in caso di criticità sarebbe un vantaggio per l’operatore, in quanto questi potrebbe fare affidamento sulla propria discrezionalità, sul proprio buon senso e sulla propria preparazione professionale, scegliendo LUI, come meglio intervenire e quando.

Il Siulm Carabinieri ha sottolineato che non contesta i legittimi e pregevoli principi di fondo che animano l’accordo di cui innanzi, ma se ne criticano alcune modalità operative descritte nell’accordo medesimo, fermo restando che, si è tutti consapevoli ed assolutamente convinti del dover intervenire in caso di necessità, in qualunque circostanza e nel miglior modo possibile. Quindi il punto non è quello se scegliere d’intervenire, in quanto in un modo o nell’altro, nel caso la situazione lo richieda, a prescindere dalla richiesta o meno del capo-treno SI DEVE intervenire e su questo non ci devono essere dubbi. Il punto è come sarebbe possibile farlo in sicurezza e nel migliore dei modi.

PROPOSTE E CONCLUSIONI: Sarebbe meglio comprendere nell’accordo solo i pendolari ovvero gli operatori che si muovono con il treno per raggiungere il posto di lavoro; prima di tutto in quanto costretti a doversi spostare per ragioni di lavoro e poi perché potrebbero più facilmente muoversi in possesso di strumenti più idonei per intervenire in caso di necessità, e che sono strettamente compatibili con la tipologia di servizio svolta (pistola e manette). Qualcuno di questi pendolari, di sua scelta, senza essere obbligati, potrebbe anche viaggiare in divisa (COMPRENDENDO NEL “VIAGGIO” IL SERVIZIO PASSIVO CORRELATO ALL’ORARIO CON L’INDENNITA’ SE PREVISTA DI TURNAZIONE ESTERNA, SOMMANDOSI AL SERVIZIO ATTIVO GIUNTO IN UFFICIO), costituendo questa un ottimo elemento di dissuasione per i malintenzionati e più facilmente

identificabile dal personale o da chi ne avesse bisogno. Invece per il personale in abito borghese, emettere tramite biglietteria, un “biglietto digitale o fisico” con la scritta “Operatore di Polizia” e l’appartenenza “Arma dei Carabinieri” con il posto assegnatovi, il tutto ovviamente senza la necessità di dover scaricare alcuna app ma semplicemente comunicando con riservatezza al capo-treno che si sta salendo sul convoglio, offrendo la propria disponibilità con discrezione ed in mille altri modi, qualificandosi dinanzi al predetto capo-treno sempre con discrezione e nel rispetto della privacy o quando la situazione di pericolo o criticità lo necessitasse. La nostra amministrazione potrebbe comunicare, per iscritto e nella massima riservatezza, alle Ferrovie quali e quanti sarebbero i pendolari quali tratte sarebbero interessate dalla loro presenza.

La segreteria Nazionale SIULM CARABINIERI, viste le numerose segnalazioni giunte dai NS iscritti, si fa portavoce delle criticità riscontrate e chiede rispettosamente allo Spettabile Comando Generale di farle presente nelle sedi opportune.

 

Visitate il sito per vedere le convenzioni riservate agli iscritti.

 

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Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SI.U.L.M.) è un Associazione Professionale a Carattere Sindacale tra Militari (A.P.C.S. M.) InterForze riconosciuta e iscritta al nr. 18 dell’Albo del Ministero del Difesa. Noi siamo un organismo di riferimento per la tutela dei diritti del personale con le “stellette”, nati nel 2018 dalla brillante idea di 15 Militari appartenenti all’Esercito Italiano, all’ Aeronautica Militare ed all’Arma dei Carabinieri. L’abrogazione della norma sul divieto di costituire associazioni ha spinto questo gruppo di pionieri, animanti dalla sensibilità e dal senso di prodigalità nei confronti dei colleghi in difficoltà e precari, a staccarsi dalle vecchie logiche della rappresentanza militare. per abbracciare il nuovo credo: “Tutelati Sempre”.